Lega Italiana per la Lotta ai Tumori (LILT), 25 febbraio 2022, Roma
Discorso di apertura di :
- Sua Altezza Reale la Principessa Dina Mired
- Ex Presidente della Union for International Cancer Control (UICC)
- Ex Direttore della King Hussein Cancer Foundation
- Sostenitrice dell’International Society for Pediatric Oncology (SIOP)
- Presidente onorario dell’Organizzazione Europea per la Ricerca e la Cura del Cancro (EORTC)
- Membro del gruppo di lavoro Civil Society dell’OMS sulle malattie croniche non trasmissibili
- Sua Eccellenza Roberto Speranza, Ministro della Salute
- Sua Eccellenza Dr. Francesco Schittulli, Presidente della LILT, Tutti i membri passati e presenti della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori
- Colleghi della Task Force Mediterranea per il Controllo del Cancro (MTCC)
Stimati ospiti
Grazie per avermi invitato a partecipare a questo importantissimo festeggiamento. La celebrazione di 100 anni di lavoro e di impegno costante contro “l’imperatore di tutte le malattie” – il CANCRO.
In questi tempi di coronavirus, non posso iniziare il mio discorso senza prima ringraziare voi operatori del settore sanitario non soltanto in Italia ma anche in ogni parte del mondo. Le parole da sole non bastano a esprimere l’enorme debito che abbiamo con voi tutti. State mettendo a rischio la vostra vita, giorno dopo giorno, per salvarci. E avete dato un significato nuovo e profondo al termine “il sacrificio supremo”.
Nella comunità oncologica, operatori sanitari e pazienti indifferentemente sono quelli che hanno maggiormente risentito del duplice fardello dell’impatto del coronavirus. Sappiamo tutti che il cancro non aspetta che la covid-19 finisca. Il suo lavoro distruttivo è purtroppo geneticamente mappato con assoluta precisione a livello di tempistica e di azione. In realtà, il cancro prospera quando il sistema è guasto.
Come madre di un sopravvissuto al cancro, conosco anche troppo bene la preoccupazione di un’infezione per un paziente oncologico immunodepresso. Aggiungere l’angoscia dell’annullamento e del ritardo dei servizi essenziali di individuazione e diagnosi precoce o di cura; quando sappiamo tutti che il “tempismo” è cruciale quando si tratta di cancro – …è una cosa che va oltre l’immaginazione.
Detto questo, è stato estremamente rincuorante sapere che la nostra comunità oncologica si è adattata per risolvere le vere difficoltà incontrate dalle persone sul campo. Le storie sono quasi eroiche, con sforzi personali e collettivi compiuti per fare in modo che la diagnosi e la cura del cancro non venissero completamente schiacciate dalla macchina distruttiva della covid-19.
Tuttavia, malgrado questi sforzi erculei, stanno già uscendo i primi rapporti che parlano di un previsto aumento della mortalità per i pazienti oncologici a causa di tutti questi ritardi e annullamenti.
Mentre parliamo oggi, abbiamo 19,3 milioni di nuovi pazienti oncologici con 10 milioni di pazienti che muoiono ogni anno. 10 milioni di esseri umani come noi – il 70% delle morti si verifica ancora principalmente tra i poveri e gli svantaggiati della nostra comunità internazionale, specialmente nei paesi a reddito medio-basso (Low Middle-Income Countries, LMIC).
Molti di questi pazienti oncologici, ancora oggi, muoiono inutilmente a causa di malattie che possono essere prevenute, contro cui ci si può vaccinare, che possono essere individuate con lo screening e per le quali, in molti casi, esiste una cura. Il tumore della cervice uterina è l’esempio più eclatante, laddove lo screening a tappeto, la diagnosi precoce e la vaccinazione contro l’HPV potrebbero portare a eliminarlo – e tuttavia un intervento decisivo e fondi adeguati non sono ancora imminenti!
Perché? Paradossalmente, la lotta contro il coronavirus ha imposto a tutti noi di portare la “maschera”. E tuttavia, c’è voluto il coronavirus, con un costo umano tragico ed esorbitante, per “smascherare” veramente molte verità scomode.
Per esempio, parliamo da tempo della carenza di circa 18 milioni di operatori sanitari in tutto il mondo. E adesso ne stiamo vedendo l’effetto devastante. Abbiamo anche parlato della carenza di apparecchiature, farmaci, della mancanza di sistemi efficienti di erogazione delle cure sanitarie, di inaccessibilità finanziaria e della mancanza di una volontà e strategia politica decisiva e unificata. È rimasto tutto lettera morta.
Un altro problema fondamentale che il Covid-19 ha messo in luce e che noi come comunità sanitaria internazionale segnaliamo da tempo – troppo tempo –… è mettere fine alle divisioni tra le malattie.
La comunità sanitaria internazionale è sempre stata contraria alla contrapposizione tra le diverse malattie; la dicotomia di occuparsi di una o dell’altra invece che occuparsi delle persone, come tra le malattie trasmissibili e non. Questo approccio difettoso ci ha mostrato che ci sono conseguenze gravi quando gli interventi e i finanziamenti sono squilibrati verso una malattia rispetto ad un’altra. È uno dei principali motivi per cui l’infrastruttura di controllo e cura del cancro nei paesi a reddito medio-basso è stata a lungo ritardata.
Abbiamo inoltre fatto un appello per l’importanza di affrontare il cancro a 360 gradi. Dalla prevenzione all’individuazione e alla diagnosi precoce, alla cura e alle cure palliative. Purtroppo, fino ad oggi, molti paesi sono pronti a spendere centinaia di milioni di dollari per i costi delle cure, e anche delle cure tardive, e si rifiutano di investire nella prevenzione e nell’individuazione precoce che possono risparmiare molti più milioni in termini di vite preziose, finanziamenti e con il beneficio aggiunto di non sovraccaricare il sistema sanitario.
È come spendere migliaia di dollari per costose apparecchiature di sicurezza per la vostra casa e poi lasciare tutte le porte aperte! E il Cancro, oltre a conoscere perfettamente tutti i buchi delle maglie, in questi buchi prospera. Sappiamo che alcuni virus lo allettano, e il Cancro è attirato da alcune famiglie, spesso predando le generazioni. Sappiamo che i carcinogeni lo attraggono e che il Cancro ama l’inquinamento ambientale tossico. Ma le cose che più di ogni altra gli permettono di prosperare, che gli offrono oltre il 30% della sua vita, che lo alimentano, lo rafforzano sono l’ignoranza e la trascuratezza. Il cancro si ciba di inattivi, di obesi, di coloro che hanno i polmoni indeboliti dal fumo, la pelle bruciata dal sole o il flusso sanguigno affogato nell’alcol. Sono le persone che lo tentano più di ogni altra.
E voi della LILT lo sapete da molto tempo. Avete focalizzato il lavoro di una vita sul chiudere la porta al cancro attraverso le vostre campagne di sensibilizzazione alla prevenzione. Così facendo, avete protetto il popolo italiano armandolo della conoscenza di come far mancare al cancro il suo carburante. E attraverso le vostre campagne di sensibilizzazione sull’importanza dell’individuazione precoce avete messo a nudo il cancro prima che possa continuare il suo lavoro distruttivo. Avete dato ai vostri cittadini lo strumento della conoscenza che può salvare la vita, sapere che la prevenzione e l’individuazione precoce salvano effettivamente vite.
Detto questo, seguire un cosiddetto “stile di vita sano” non può essere responsabilità esclusiva dell’individuo. I cambiamenti dello stile di vita, come vengono chiamati, danno l’impressione che sia una questione di scelta o di preferenza. Ma quando gli alimenti non sani costano meno di quelli sani, quando il tabacco che uccide è così facilmente accessibile, e quando le strutture o gli spazi per l’attività fisica sono inesistenti, diventa non una scelta di stile di vita, ma una condanna a morte.
Riprendendo le parole appropriate dell’organizzazione Vital Strategies di cui sono un’orgogliosa ambasciatrice, “È tempo di reinventare la salute pubblica. Dobbiamo tutti capire che una buona salute non accade per caso! Viene prodotta e tutelata attivamente per tutti, da tutti, in tutti gli aspetti della nostra vita — nelle nostre famiglie, comunità e paesi. La buona salute è strade sicure, aria pulita, cibi non lavorati industrialmente accessibili e a prezzi contenuti e così via… È piccole scelte e grandi politiche. È il risultato di centinaia di decisioni che ognuno di noi prende ogni giorno, e un ambiente che faciliti la scelta sana”.
Grazie alla LILT da 100 che lavora anni invocando e sostenendo la creazione di un ambiente che faciliti la scelta sana. Spero che una volta finito l’incubo del covid-19, i leader mondiali faranno il punto, ripenseranno le loro priorità e sosterranno il rafforzamento dei sistemi sanitari in ogni parte del mondo. Perché la vera guerra non viene più combattuta con la forza di un fucile, ma con la forza di un sistema sanitario solido, sostenibile e irrobustito che sia equo per tutti.
GRAZIE.